Video. La scelta di Abramo e le sfide del presente
Julián Carrón, Joseph H.H. Weiler e Monica Maggioni
Appunti dal dialogo di Julián Carrón, Joseph H.H. Weiler e Monica Maggioni al Meeting per l’amicizia fra i popoli. Rimini, 24 agosto 2015
Monica Maggioni. Buonasera a tutti. Un po’ di emozione c’è per tutti stasera, perché cerchiamo di attraversare insieme un argomento complesso. Un titolo come «La scelta di Abramo e le sfide del presente». E, soprattutto, cerchiamo di farlo in un modo particolare, un modo che è nato da una conversazione tra tre amici che hanno deciso di accettare una sfida davvero grande: sovvertire una modalità di racconto tenendo, però, al centro le cose che si dicono, si pensano e si sentono. Allora, proviamo a fare questa strada insieme. E quindi, cominciamo a raccontare.
ABRAMO E LA NASCITA DELL’IO
Prima voce. «Il Signore disse ad Abram: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra”» (Gen 12,1-3).
Seconda voce. «Balza agli occhi qui come il progetto più realistico sulla vita di Abramo sia non il suo, ma il progetto di un Altro. E questo, se si accetta nella sua manifestazione iniziale, lo si deve poi verificare nel tempo. Così Abramo proverà la familiarità con quella Presenza, che lo ha travolto e trascinato lontano da casa, nell’episodio del querceto di Mamre (Gen 18) in cui l’Essere misterioso sarà come ospite da nutrire e servire, all’ombra dell’albero “nell’ora più calda del giorno”» (L. Giussani, Alla ricerca del volto umano, Bur, Milano 2007, p. 24).
Terza voce. «L’idea era che un essere umano deve diventare reale prima che possa aspettarsi di ricevere un qualche messaggio da sovraumano; cioè, si deve parlare con la propria voce (non una di quelle voci prese in prestito), si deve esprimere i propri desideri reali (non ciò che immagina di desiderare), tanto nel bene quanto nel male stesso, senza nessuna maschera, nessun velo o personaggio». «Come possono incontrarci faccia a faccia gli dei fino a quando non avremo il volto scoperto?» (C.S. Lewis, Lettera a un lettore).
Maggioni. Abbiamo sentito le parole della Genesi, di don Giussani e di Lewis. Joseph Weiler, partiamo da lì: da questo Abramo in rapporto alla nascita dell’io.