Abramo. La mostra più visitata del Meeting 2015
ABRAMO E LA NASCITA DELL’IO
La mostra più visitata del Meeting 2015 è disponibile in versione itinerante.
«Il Signore disse ad Abram: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra”» (Gen 12,1-3).
Da una parte un mondo in frantumi, nel quale i volti degli uomini si sgretolano in una folla anonima e disperata. Dall’altra la possibilità e l’attesa che quegli stessi volti tornino a costituirsi in comunità, a costruire un edificio che salga verso il cielo senza più sfidarlo. È l’ultimo pannello della mostra “Abramo, la nascita dell’io”, la mostra più visitata dell’ultimo Meeting, disponibile, da oggi in formato itinerante.
Don Ignacio Carbajosa, curatore della mostra presentando l’esposizione ha detto: «È con Abramo che tutto comincia, con la sua accettazione della chiamata. Soltanto l’apertura al Tu di Dio che si fa vivo nel reale rende possibile la nascita dell’io. Il tempo perde la sua connotazione ciclica, legata al susseguirsi delle stagioni e al rinnovarsi della fecondità, per assumere un andamento lineare. Diventa storia, dunque, ed è in questa storia che si manifesta Cristo, il vero discendente di Abramo».
La mostra, grazie anche al contributo del Prof. Giorgio Buccellati, tra i massimi esperti delle antiche civiltà
mesopotamiche, analizza e racconta il periodo storico in cui è nato e vissuto Abramo, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Tra i molti capolavori riprodotti all’interno della mostra, spicca il “Sacrificio di Isacco” di Caravaggio nella versione conservata agli Uffizi di Firenze. Si tratta della scena che meglio riassume il senso dell’intera mostra. Dice Don Carbajosa: «Con un estremo atto di abbandono e di fiducia in Dio, l’uomo si spinge al limite dell’irragionevolezza. Personalmente non posso ritornare a questo episodio senza ricordare i versi con cui Giovanni Paolo II lo descriveva nel Trittico romano: “Un altro Padre riceverà qui la Consacrazione del suo Figlio”. Ciò che in Abramo è annunciato, si compie in Cristo. E riguarda tutti noi».